IDEATORE: Howard Overman
REGIA: Catherine Morshead
CAST: Hannah Ware, Dimitri Leonidas, Amir El-Masry, Stephen Campbell Moore, Diarmaid Murtagh, Lois Chimimba, Eric Kofi-Abrefa, Pallavi Sharda, Zoe Tapper, Albano Jeronimo, Wilf Scolding, Gregg Chillin, Simone Kirby.
GENERE: fantascienza, drammatico, thriller
Ciao a tutti voi amici visionari, che come me amate il cinema e le serie tv! Io sono Lauretta Buffa di visionair.fm e questo #visioselfie è dedicato a “La Coppia Quasi perfetta”, serie britannica in 8 episodi disponibile su Netflix.
Si basa sul libro omonimo di John Marrs, pubblicato nel 2018, e racconta di un servizio che abbina le coppie grazie ad un test del DNA e delle vicende della donna, Rebecca Webb, che lo ha sviluppato insieme ad un collega. Quando un cadavere riemerge dal Tamigi, un ondata di fango potrebbe travolgere tutto.
L’interrogativo, il quesito morale, sul quale si basa la serie è: basta il DNA a determinare quale sia la nostra anima gemella? Ma soprattutto: quali meccanismi potrebbe innescare nelle persone, nei rapporti interpersonali, nelle coppie e nella società una convinzione di questo tipo?
Il futuro prossimo rappresentato nella serie sembra un futuro davvero molto vicino al nostro presente: in una società assuefatta e impigrita dalla tecnologia, infatti, è plausibile che la propria vita sentimentale venga affidata alle decisioni di una macchina… ma la felicità ottenuta sarebbe perfetta o nasconderebbe delle insidie, dei “bug”?
Cosa ne penso? Penso che la riuscita di “La Coppia Quasi Perfetta” sia… quasi perfetta, ovvero vada a due velocità differenti a seconda che si prenda in esame la trama orizzontale (le indagini sul cadavere trovato nel Tamigi) o la trama verticale (le vicende delle persone coinvolte nella storia).
Le indagini, che sono poi la parte “thriller” della serie, procedono lentamente e con suspance praticamente inesistente… tanto che qualche volta mi sono assopita. Le vicende personali, invece, sono interessanti da seguire e ti viene voglia di sapere come andrà a finire, anche perché sollevano tutta una serie di dubbi, di pensieri e di conseguenze legati proprio all’assunto di base: l’affidare ad un test genetico una questione delicata, profonda e misteriosa come l’amore per un’altra persona. Da vedere… ma senza aspettarsi chissacché, altrimenti potreste rimanere delusi.
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