PIATTAFORMA: Disney+
IDEAZIONE: Bisha K. Ali
SCENEGGIATURA: Freddy Sybom
CAST: Iman Vellani, Matt Lintz, Yasmeen Fletcher, Aramis Knight, Zenobia Shroff, Mohan Kapur, Saagar Shaikh, Nimra Bucha.
GENERE: cinecomic, azione
PUNTATE: 6
Kamala Khan è una normale sedicenne americana, musulmana di origini pachistane. Vive nel New Jersey ed è una grande fan degli Avangers, soprattutto di Captain Marvel. Vive la sua vita da adolescente un po’ ai margini della comunità di ragazzi che frequentano il suo liceo, che la trattano da strana, da nerd sfigata. A parte Nakia, che fa parte della sua comunità, l’unica persona con cui circola è Bruno: un ragazzo geniale. E’ facile prevedere che sarà la “spalla tecnologica” di Ms. Marvel.
La Vita di Kamala cambia quando, indossando un bracciale speditole dalla nonna, si risvegliano dei poteri che, fino ad allora, erano rimasti dormienti dentro di lei. Questo la porterà ad indagare sull’origine dei propri poteri e sulla storia della propria famiglia. L’unica nota sulla “origin story” del personaggio è che l’origine dei suoi poteri si distacca da quella dei fumetti Marvel. Nella storia originale era stata esposta alle nebbie terrigene che creano gli inumani e che abbiamo visto in azione nella serie “Agents of S.H.I.E.L.D.”.
La narrazione è accompagnata da uno stile grafico originale e colorato che, nelle prime puntate, da vita anche ai muri della città dove vive Kamala. L’artificio stilistico sottolinea e accompagna chiaramente le fantasie della mente di Kamala, che all’inizio della serie sembra sempre sulle nuvole a rincorrere le sue fantasie di supereroi. Le animazioni “parallele” alle scene però sono un po’ troppo ostentate nei primi due episodi e rischiano di trasformarsi da una idea originale ad un corpo estraneo invadente che distrae dall’azione.
Detto questo, apro una parentesi per lanciare una piccola polemica contro il “politically correct” a tutti i costi. Qualche anno fa mi è capitato di presentare un format per una serie ad una società di produzione che lavora per Disney in Italia. In questa occasione, sono venuta a conoscenza di una serie di richieste da parte della casa di Topolino. Parte di questo “Codice Hays” (cercatevi il significato su google) era: nelle inquadrature non devono assolutamente esserci campanili o altri riferimenti alla religione. Benone. Qui nella prima puntata abbiamo subito nei primi minuti un uomo che prega e poi ci spostiamo in Moschea. Nulla in contrario ma, per come la vedo io, le regole o valgono per tutti o non hanno senso. A dire il vero c’è una chiesa in una serie Marvel. E’ in “Daredevil”, dove è parte integrante del racconto. C’è però un particolare importante: in quel periodo la Marvel non era ancora proprietà della Disney… ed era tutto un altro mondo. A mio parere, meno edulcorato, più realistico e molto più bello. Qui chiudo la mia parentesi polemica.
Cosa ne penso di “Ms. Marvel”? E’ coinvolgente e la narrazione mi sembra ben strutturata, tra ritmo e momenti più intimistici. È chiaramente un prodotto teen ma mi è piaciuto. Nel momento in cui sto scrivendo, sono arrivata al quarto episodio e non vedo l’ora di guardare il prossimo.