PIATTAFORMA: Paramount+
IDEAZIONE: Akiva Goldsman, Alex Kurtzman, Jenny Lumet
CAST: Anson Mount, Rebecca Romijn, Ethan Peck, Christina Chong, Babs Olusanmokun, Celia Rose Gooding, Jess Bush, Melissa Navia, Bruce Horak, André Dae Kim (…)
GENERE: fantascienza, avventura.
EPOISODI: 10
STAGIONE 1
Non vi nascondo che, essendo una trekkie (una fan di Star Trek) ho fatto l’abbonamento alla nuova piattaforma Paramount+ solo per avere accesso a tutto lo “scibile” su Star Trek, anche se in realtà sembra mancare la serie “Star Trek: Voyager”. Ne avevo letto molto bene su fonti in lingua inglese ma – si sa – a volte, quando le aspettative sono molto alte, la caduta a terra è rovinosa. “Star Trek: Strange New Worlds” avrà confermato le mie aspettative o mi avrà deluso? Prima inquadriamo un attimo la storia raccontata nella serie, in modo che tu possa decidere se ti interessa guardarla oppure no. Si tratta, come è chiaro dal titolo, di uno spin-off di un’altra serie: “Star Trek: Discovery”, anche se i personaggi che vediamo sullo schermo appartengono già alla cosiddetta “serie classica”. “Strange New Worlds” prende il via da una costola di “Discovery” perché nella seconda stagione, ad un certo punto, il capitano Pike , Una, Spok e l’Enterprise entrano nella narrazione (ma non voglio spoilerare l’altra serie). Se sei un fan di “Star Trek”, però sai bene che il Capitano Pike era al comando dell’Enterprise prima del mitico James Tiberius Kirk, tanto che nell’episodio pilota della serie classica, intitolato “Lo Zoo di Talos” (“The Cage” nella versione originale), c’è lui in plancia insieme alla sua Numero 1 Una e a Spok! “Strange New Worlds” porta sullo schermo anche altri personaggi già conosciuti, come Uhura ma anche l’infermiera Chapel, anche lei presente nell’episodio pilota, poi nella serie classica e in un paio di film. Non solo: viene anche citata nei film della diversa linea temporale diretti da J.J.Abrams.
Cosa ne penso? Una vera gioia per gli occhi e per il cuore di ogni vero trekkie che si rispetti! Direi che le mie aspettative sono state confermate. Non solo la struttura ricalca la costruzione delle puntate della serie classica ma le ricorda anche nei dettagli, a partire dalla sigla che riprende le classiche note che conosciamo e le rielabora per farle proprie, per proseguire con il font dei caratteri identico a quello originale. Chi ha già visto, non so se ha notato che perfino il commento musicale sotto le scene tensive è lo stesso utilizzato nella serie classica. Non vi dico la gioia quando ho sentito pronunciare dal capitano Pike le mitiche parole dell’incipit delle puntate di “Star Trek”, per non parlare della meraviglia di scoprire dettagli che rimandano alla serie classica e ai vari film collegati. Unico neo il re-cast dei personaggi storici come Uhura e Spok… e più avanti negli episodi del capitano Kirk. La scelta e il trucco degli attori è un po’ meno riuscito. D’altra parte, sarebbe stato molto difficile eguagliare la perfezione raggiunta da J. J. Abrams nella scelta di attori somiglianti. Se ve lo consiglio? Credo che assegnerò il più alto numero di stelline mai rilasciato sul mio sito, nella categoria “recensioni”. Fate voi…
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