Si è concluso nel week end appena passato il 68° Festival di Cannes. Il regista francese Jacques Audiard vince la Palma d’Oro con il suo “Dheepan”. Il Grand Prix Speciale della giuria se lo aggiudica, invece, l’ungherese Laszlo Nemes per “Il Figlio di Saul”. Il premio della Giuria va a “The Lobster” del regista greco Yorgos Lanthimos. Il riconoscimento alla migliore regia viene assegnato al cinese Hou Hsiao-Xsien per “The Assassin”, mentre la Camera d’Or per l’opera prima va a “La Tierra y La Sombra” del colombiano Cesar Augusto Acevedo.
Per quanto riguarda gli attori, i riconoscimenti vanno a Vincent Lindon per “La Loi du Marché” e, ad ex-aequo, a Rooney Mara ed Emmanuelle Bercot rispettivamente per le loro interpretazioni in “Carol” e in “Mon Roi”.
Alle numerose voci di dissenso per un mancato riconoscimento ai (ben) tre film italiani in concorso (“Mia Madre”, “Youth – La Giovinezza” e “Il Racconto dei Racconti”), i Fratelli Coen dedicano solo poche parole. I presidenti di giuria rispondono: “Non avevamo premi per tutti”. Dal mio (personalissimo) punto di vista, invece, risponderei: “Ben ci sta… impariamo noi per primi a non essere troppo esterofili, perché alla fine ci facciamo venire il complesso di inferiorità e siamo così bravi a crederci, che finiamo per convincere anche gli altri.”
Se, invece, fossi un po’ meno diplomatica chioserei con una battuta del personaggio interpretato da Michael Caine proprio nel film “Youth – La Giovinezza”: “Gli intellettuali hanno cattivo gusto. Per tutta la vita ho cercato di non diventare un intellettuale”.
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